Il commento di Francesco Valerio della Croce, Comitato Centrale PCd’I per Assemblea “La Costituzione nata dalla Resistenza è un bene comune” 9 marzo 2014
Obiettivi chiari e unità d’intenti: sono le due caratteristiche principali della discussioni svoltasi alla Camera dei Deputati per la presentazione del Coordinamento per la Democrazia costituzionale lunedì scorso.
Approfondimento e proposta politica sono state le costanti di un dibattito a cui il Partito Comunista d’Italia ha partecipato ed intende partecipare nelle prossime settimane. Compatta e unitaria è stata la presenza delle forze della sinistra politica, sindacale e dell’associazionismo. Le relazioni iniziali di Alfiero Grandi e di Domenico Gallo hanno rappresentato in tutta la loro regressività i tentativi di controriforma ed espresso la necessità di una risposta, forte ed immediata.
Spunti diversi ed approcci con note differenti sono emersi rispetto alla battaglia da portare avanti nelle prossime settimane e non poteva essere altrimenti: è stata consapevolezza comune che la lotta per la difesa e l’attuazione della Costituzione non è praticabile in un modo solo. La Costituzione parla a tutti: attraversa i ceti sociali, le generazioni e le sensibilità culturali. E’ naturale, pertanto, che questa lotta si declini in differenti modalità. Per quello che compete la sinistra politica, questa modalità dev’essere la più unitaria ed innovativa possibile. Sulla falsa riga di queste affermazioni, l’intervento del prof. Azzariti ha offerto spunti significativi: legare la battaglia per la Costituzioni alle rivendicazioni economiche e della materialità della vita (reddito, beni pubblici e comuni, rimozione dell’equilibrio di bilancio dalla Costituzione) potrebbe essere una modalità nuova e vincente di affrontare una sfida durissima, ma da vincere ad ogni costo. Una battaglia offensiva e non difensiva.
Come Partito Comunista d’Italia ci sentiamo di rimarcare una costatazione fondamentale: questa iniziativa non deve per nessun motivo chiudersi in una retorica accademica, ma deve rivolgersi al popolo italiano tutto, titolare della sovranità, come giustamente affermato ieri e come incontestabilmente sancito dall’art. 1 della Carta. Si diceva sopra che la Costituzione parla a tutti: sia per la sua lettera che per la sua storia, su quest’ultimo aspetto sono venuti contributi fondamentali dal Presidente dell’ANPI, Carlo Smuraglia, e da Raniero La Valle, presidente dei Comitati Dossetti per la Costituzione, che ha spronato il mondo cattolico progressista ad una presa di posizione più ferma contro il sabotaggio della Costituzione sulla base dell’elaborazione popolare italiana sulle Istituzioni democratiche e sul Costituzionalismo.
Dobbiamo costruire una mobilitazione grande e popolare: le battaglie per la dignità del lavoro, la giustizia sociale e la democrazia delle Istituzioni devono marciare insieme, per essere assieme più forti, solidali e vincenti. Se è vero che non c’è un solo modo per difendere la Costituzione, è altrettanto vero e importante che da oggi esiste uno strumento per connettere tutte le esperienze avanzate esistenti, il Coordinamento per la democrazia costituzionale.
Sovranità popolare, lavoro e uguaglianza non sono solo principi astratti, ma i principali obiettivi degli attentatori della Costituzione.
Saranno invece la spinta decisiva per una battaglia da combattere e vincere.