Fassino può dire quello che vuole, non è la prima volta che fa autogol, resta il fatto che la modifica del titolo V del 2001 è stata un errore per il modo e per il merito. Prevalse la tesi di tagliare l’erba sotto i piedi della Lega, una furbata con gambe cortissime visto che il centro sinistra perse le elezioni. Il nuovo titolo V ha aumentato a dismisura il contenzioso presso la Corte perché la divisione dei poteri sembra scritta apposta per sollecitare liti presso la Corte costituzionale anziché la collaborazione istituzionale.
L’autonomia differenziata ha avuto una drammatica anticipazione nel trasferimento dei poteri alle regioni sulla sanità, tanto che le regioni pretendono di avere una propria sanità, fino ad avere di fatto 20 sistemi sanitari regionali diversi.
Quando si sbaglia occorre ammetterlo e correggere l’errore.
Bonaccini non ha ancora capito ad esempio di avere scelto di appoggiare una linea folle, facendo solo uno sconto sul trasferimento di poteri. Se il PD dovesse disgraziatamente eleggerlo segretario diventerebbe una piccola Lega nord perché al sud non avrebbe spazio.
Ora occorre rilanciare una grande iniziativa per contrastare la pretesa della vera Lega e di Salvini/Zaia di spaccare l’Italia in pezzi pur di soddisfare la sete di potere dei loro potentati regionali e quindi l’esigibilità di diritti fondamentali, come sanità e scuola, partendo dal sostegno alla proposta di legge di iniziativa popolare (verrà presentata alla stampa il 9 novembre) che propone di modificare gli articoli gli articoli 116 e 117 della Costituzione in modo da impedire che l’Italia ritorni al medio evo delle signorie.
Sbagliare ancora sarebbe diabolico.
30 ottobre 2022