L’allarme sul clima lanciato da autorevoli sedi internazionali, a partire dall’IPCC, è fondato.
La guerra in Ucraina, seguita all’aggressione voluta da Putin, ha cambiato radicalmente in pochi mesi l’impegno sul clima. E’concreto il pericolo di arrivare già entro il 2026 ad un aumento della temperatura del pianeta di 1,5 gradi.
Mentre nell’autunno scorso dominava l’obiettivo di coordinare tutti i paesi del pianeta per contrastare il cambiamento climatico e contenere l’aumento della temperatura entro il limite massimo di 1,5 gradi, oggi la guerra domina la scena.
Cooperazione e coordinamento per affrontare il cambiamento climatico lasciano il posto alla rottura tra stati, alla guerra.
Basta fare i conti. I fondi del PNRR sono pesantemente erosi dall’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Aumenti che stanno mettendo sotto stress le condizioni economiche e sociali, in particolare delle fasce più deboli della società.
E’ indispensabile un aggiornamento delle scelte del PNRR, che vanno concentrate sugli obiettivi più urgenti, incentivando l’uso delle risorse private interne e degli investimenti internazionali nei settori più avanzati.
Il Governo deve presentare al più presto un progetto quadro energia/clima che punti alla transizione più rapida possibile, alla piena autonomia delle fonti energetiche centrata sulle rinnovabili.
Per questo chiediamo al Governo di convocare una conferenza nazionale sull’energia e sullo sviluppo dei settori collegati entro giugno.
La conferenza energia/clima, convocata dal Governo il più rapidamente possibile, è indispensabile per dare al nostro paese la consapevolezza dell’impegno straordinario che è necessario per affrontare una crisi epocale che riguarda clima, società, economia.
A fronte dell’accelerazione della crisi climatica provocata dalla guerra fissare gli obiettivi al 2050 è inadeguato. Politiche ed interventi vanno commisurati al 2025 con l’indicazione che almeno il 40% degli obiettivi energia/clima sia realizzato entro quella data.
Purtroppo ne siamo ben lontani, con il rischio che nei prossimi anni vengano a mancare all’Italia le risorse energetiche necessarie, che le energie rinnovabili potrebbero garantire.
Per l’Osservatorio: Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci, Massimo Scalia
13 maggio 2022