L’intervento militare della Russia contro l’Ucraina non costituisce un’azione legittima di difesa delle due Repubbliche del Donbass, ai sensi dell’art. 51 della Carta dell’ONU, ma costituisce una violazione del divieto dell’uso della forza contro l’integrità territoriale e l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, interdetta dall’art. 2, comma 4, della Carta dell’ONU. Quali che siano le controversie fra gli Stati e quali che siano le ragioni dell’uno o dell’altro, queste non possono essere risolte affidandosi al giudizio delle armi. L’azione della Russia costituisce un’ingiustificabile violazione del diritto internazionale, simile all’aggressione perpetrata dagli Stati Uniti contro l’Iraq il 20 marzo 2003, condotta con il falso pretesto delle armi di distruzione di massa e diretta ad abbattere il regime politico di quel paese e sostituirlo con un altro governo.
In questo momento non possiamo non constatare con amarezza che non è stato fatto nulla per contrastare il degrado delle relazioni internazionali e scongiurare il ritorno della guerra in Europa. I nodi che la politica ha intessuto, esasperando i nazionalismi ed umiliando la Russia, non possono essere risolti con la spada. Ogni giorno, ogni ora di guerra comportano sofferenze indicibili e rendono sempre più difficile la convivenza futura fra le popolazioni coinvolte nel conflitto.
Dobbiamo mobilitarci per escludere ogni risposta militare che ci farebbe correre il rischio di precipitare nella terza guerra mondiale e agire per ottenere un immediato cessate il fuoco.
Non c’è una soluzione militare a questa crisi, né possono fermare la guerra le sanzioni, l’unica alternativa è quella di riconoscere il diritto alla sicurezza di tutte le parti coinvolte e prevedere uno statuto di neutralità dell’Ucraina garantito internazionalmente.
Roma, 24 febbraio 2022