Dichiarazione di Alfiero Grandi, vicepresidente del Comitato per il No al referendum sul taglio del Parlamento
Nella discussione sulle elezioni regionali, comunali e sul referendum costituzionale sono cambiate più volte le proposte sulla data del voto, ma non è mai stato messo in discussione il voto contemporaneo su tutto: regioni, comuni, modifiche della Costituzione, in sostanza l’election day.
L’election day è un grave errore politico, istituzionale, culturale e ha ragione il senatore Cangini: occorre fare di tutto per smontare questa assurda imposizione di votare tutto insieme, anche ricorrendo ai tribunali e alla Corte costituzionale.
La Costituzione è la legge fondamentale del nostro paese. Abbiamo la fortuna di averla conquistata dopo la vittoria sui nazifascisti e la conquista della libertà.
Non si possono mettere modifiche importanti alla Costituzione come questa, che interviene sulla composizione, sulla rappresentatività, sul ruolo stesso del parlamento, in sostanza tagliandolo di un terzo, sullo stesso piano delle elezioni comunali o regionali. Non a caso la legge in vigore non prevede accorpamenti per i referendum costituzionali, che per la loro importanza meritano una discussione approfondita e una apposita campagna elettorale per consentire una valutazione degli elettori, qualunque essa sia. Così non potrà essere.
Eppure il Movimento 5 Stelle in passato ha motivato l’insistenza sul taglio del parlamento con l’importanza della scelta, che però adesso viene “nascosta” in mezzo alle elezioni comunali e regionali, perché c’è preoccupazione per la scarsa partecipazione al voto. Evidentemente il taglio dei parlamentari non ha portato al M5S i consensi sperati. Da questo deriva l’insistenza per votare tutto in uno stesso giorno, impedendo di fatto una vera campagna elettorale sul taglio del parlamento, prima considerato fondamentale e ora mischiato con le regionali e le comunali nella speranza di portare elettori alle urne.
E’ una scelta sbagliata, resa possibile dal capovolgimento di posizione delle altre componenti della maggioranza e dal prevalere di atteggiamenti opportunisti dell’opposizione.
Per questo i Comitati per il No debbono rafforzare il loro impegno comune per respingere il taglio del parlamento, che rischia di compromettere il suo ruolo di architrave della nostra democrazia.
La sfida sarà tra Costituzione e populismo.
Roma, 11 giugno 2020