Art. 10 Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Il 23 agosto, la mattina presto e poi durante il giorno, con un accanimento a dir poco inspiegabile, gli uomini e le donne eritrei ed etiopi che erano stati lasciati all’addiaccio nei giardini di Piazza Indipendenza sono stati brutalmente sgombrati. Già trascinati il 19 agosto nell’ufficio immigrazione della Questura di Roma, dove si era verificato che pressoché tutti erano in possesso di regolare certificazione di riconoscimento di protezione internazionale, dopo lo sgombero richiesto dalla proprietà dell’edificio, erano stati abbandonati a loro stessi fin quando, ormai a notte, era stato dato il permesso a donne e bambini di rientrare nell’edificio di Via Curtatone, sotto il controllo della polizia in uno stato di semidetenzione.
In questi giorni di violenza associata all’incapacità di fornire risposte adeguate riservata agli occupanti di Via Curtatone, abbiamo potuto constatare solo che la gestione dell’emergenza abitativa e di quella dell’accoglienza evidentemente non è, né sarà all’ordine del giorno di questa amministrazione, nonché tutta la portata liberticida delle Leggi Minniti.
Ora però rimane il problema grave di centinaia di persone abbandonate per strada e usate in modo strumentale per un gioco di rimpalli che nulla hanno a che fare con una progettualità politica nel rispetto della nostra Costituzione e della Convenzione di Ginevra. La pelle di quelli a cui ogni diritto e dignità viene negata, è usata per un gioco politico senza nessuna intenzione di soluzione.
Le comunità che vivevano a Via Curtatone hanno dimostrato, rifiutando le ridicole proposte che le istituzioni hanno indegnamente chiamate “soluzioni”, la solidarietà e la coesione, quella vera, quella che richiede il rispetto dei diritti per tutti e non solo per alcuni; hanno rappresentato i diritti espressi nella nostra Costituzione, ribadendo l’indispensabilità del diritto all’abitare, all’istruzione, alla cura. Ci fanno riflettere su quegli articoli che garantiscono la proprietà privata, ma non certo i suoi fini speculativi.
Lo sgombero di Via Curtatone e quello precedente di Via Quintavalle (i cui abitanti sono ancora accampati nel portico di SS Apostoli) sottopongono drammaticamente all’attenzione di tutti quanto il diritto all’abitare in questa città sia calpestato continuamente.
È per questo che sabato 26 agosto alle ore 16 il Coordinamento Democrazia Costituzionale di Roma (già Comitato romano per il NO alla riforma costituzionale) sarà in piazza dell’Esquilino insieme a chi lotta per una casa per tutti.
COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE ROMA