Articolo di Antonio Pileggi
Il 10 ottobre 2016 si è riunita la Direzione del PD. Al centro del dibattito il referendum costituzionale del 4 dicembre. Sono emerse critiche agli atti di imperio del governo nelle vicende che riguardano sia la proposta di riforma costituzionale e sia la legge elettorale, la quale ultima, essendo il perno su cui è stata incardinata la riforma della Costituzione, fu imposta con tre voti di fiducia. Renzi ora sarebbe disponibile ad istituire una Commissione esplorativa con il compito di proporre eventuali modifiche alla sua legge elettorale a suo tempo definita la più bella del mondo.
La telenovela costituzionale si arricchisce di episodi che sono indicativi del clima che sta vivendo l’Italia nell’era del renzismo.
Sta di fatto che il giorno seguente, l’11 ottobre 2016, Renzi ha avuto enormi spazi nella televisione di Stato, che ormai è gestita in regime di monopolio governativo. Non ho avuto modo di misurare i tempi televisivi, ma ho riscontrato due fatti significativi. Una trasmissione di prima serata della RAI 3 TV ci ha fatto vedere, per un tempo lunghissimo, Renzi impegnato a rilasciare una delle sue frequentissime interviste sul referendum e sui suoi grandi meriti di “capo” del governo e di “capo” del partito. Questo si è verificato di sera. Al mattino la stessa TV 3 (Agorà) ha aperto la sua puntata con un “servizio” che dovrebbe essere consegnato alla storia della comunicazione televisiva.
Non c’è stato solo il resoconto giornalistico e non c’è stato solo il commento dell’intervento di Renzi nella Direzione del suo partito. C’è stato di più. Una frase di Renzi, che aveva fatto riferimento ad un campione di salto con l’asta, è stata spezzettata con un fermo immagine parola per parola per introdurre brevissimi filmati che mostravano il campione che volava sempre più in alto e superava sempre con successo l’asticella. Una successione di salti in alto dopo ogni parola o ogni locuzione di Renzi. Il campione volava verso il cielo. Inquadrature bellissime infiocchettate nel discorso del “capo del renzismo”. Un montaggio di parole e di immagini suggestive. Un capolavoro di comunicazione che nemmeno Orwell, seppur dotato di spirito profetico, avrebbe mai immaginato.
All’Istituto Luce non erano stati in grado di immaginare qualcosa di simile. Altrimenti avrebbero confezionato meglio il discorso di Mussolini a Piazza Venezia quando dichiarò la guerra: “combattenti di terra, di mare, di aria”. Dopo la parola “terra” avrebbero potuto inserire un filmato sulle truppe di terra in marcia; dopo la parola “mare” un filmato di navi in formazione di attacco nel Mare nostrum; dopo la parola “aria” gli aerei sfreccianti nel cielo.
La Tv di Stato nell’era di Renzi “funziona” meglio dell’Istituto Luce del duce.
La telenovela continua.