Cessate il fuoco”: l’appello del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Un appello per il “Cessate il fuoco” nel conflitto in Ucraina – sulla scia di quello di papa Francesco – è stato diffuso lo scorso 7 ottobre dalla Presidenza del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (Cdc). «Con la formale annessione alla Federazione Russa delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson si è verificato un fatto nuovo che cambia profondamente la natura del conflitto in corso in Ucraina e apre la strada ad un’ulteriore escalation».
Dopo 7 mesi di combattimenti ininterrotti, si legge nell’appello, quella che i russi chiamano «operazione militare speciale» rischia ora di trasformarsi «in una sorta di guerra santa per la difesa della madre patria». Nulla di buono all’orizzonte insomma, afferma il Cdc e, anzi, la minaccia nucleare da parte russa, le intenzioni ucraine di riprendersi i territori occupati, la rigida chiusura di Zelensky alle ipotesi di negoziato aprono «uno scenario tremendo di violenza bellica simile a quello della Prima guerra mondiale», con l’aggiunta – decisamente non irrilevante – dell’angoscia per un possibile «olocausto mondiale».
Il Cdc invita dunque a «un cambiamento di rotta», smettendo di «alimentare l’ambizione del governo ucraino di “vincere” la guerra» e «di recuperare con la forza quei territori che si sono distaccati nel 2014». Il diritto ucraino alla difesa va senza dubbio riconosciuto, spiega la nota, ma non può «trascinare il mondo in una guerra mondiale e tanto meno nucleare che cancellerebbe buona parte dell’umanità».
La Presidenza del Cdc condivide, infine, «la necessità di una mobilitazione popolare promossa dal più largo schieramento possibile di associazioni e di persone che vogliono un immediato cessate il fuoco, l’avvio di trattative di pace, una conferenza internazionale per definire come uscire da questo pericoloso conflitto». E «aderisce alle iniziative di associazioni laiche e cattoliche, dalle reti italiane ed europee che invocano il cessate il fuoco immediato, condizione imprescindibile per costruire percorsi di pace ed avviare una conferenza internazionale (come quella di Helsinky del 1975), che consenta di ricostruire una convivenza pacifica in Europa e nel mondo».