La morte improvvisa, inaspettata di Luigi Agostini provoca dolore e incredulità, sembra impossibile che la sua energia umana e intellettuale si sia spenta all’improvviso. Con lui il confronto è sempre stato vivace, impegnativo. La sua energia politica si esprimeva sempre nel cercare il punto sull’orizzonte, la tendenza di fondo.
Sempre presente il sentirsi parte di un grande movimento di massa dei lavoratori, cui ha contribuito con tutte le sue energie. Anche le differenze di punti di vista che pure c’erano sfumano di fronte al dolore per la sua perdita, alla consapevolezza che ci mancherà lo stimolo che ha sempre avuto la forza di lanciare per uscire dal tran tran quotidiano e dalla rassegnazione, fin troppo diffusi.
La convinzione profonda che le classi subalterne debbono mantenere l’orizzonte, la cultura, i comportamenti, lo studio per aspirare a diventare classi dominanti in Luigi Agostini era radicata e viva. A volte i punti di vista erano diversi ma la tensione a non rassegnarsi alla sconfitta delle classi lavoratrici era comune. Anche l’inquietudine e la ricerca continua. E’ questo il lascito e il ricordo che preferisco del compagno Luigi Agostini.
Ciao Luigi