Il Governo non può continuare a tacere sul nucleare, in Europa i Governi si stanno schierando
La Francia ed altri paesi stanno premendo sulla Commissione Europea per ottenere che il loro nucleare venga considerato energia pulita, green, con l’obiettivo di ottenere i fondi europei del Next Generation EU per fronteggiarne gli enormi costi.
Se il nucleare venisse inserito, con un colpo di mano, nella cosiddetta tassonomia europea, cioè l’elenco delle fonti energetiche che hanno diritto di ottenere i fondi europei e l’accesso alla finanza, il risultato sarebbe che i fondi destinati alle vere energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermico, ecc.) verrebbero usati per finanziare il pozzo senza fondo delle centrali nucleari.
La centrale francese di Flamanville iniziata nel 2007 non è ancora entrata in funzione, intanto il costo è passato da 3,2 miliardi di euro a 19.
La vittoria del No nel referendum del 2011 ha evitato all’Italia i pericoli del nucleare e di sprecare miliardi.
Contro l’assalto nuclearista ai fondi europei si sono schierati Germania, Spagna, Austria, Lussemburgo, Portogallo, Danimarca con una dichiarazione comune, durante Cop 26, che ha respinto questa pretesa, con la motivazione che inserire il nucleare potrebbe “danneggiare permanentemente integrità, credibilità e dunque la utilità” della tassonomia europea.
Il Governo italiano non ha preso posizione. Eppure il suo no potrebbe essere decisivo perché la proposta francese per essere apprivata ha bisogno di una maggioranza qualificata e con il no dell’Italia non passerebbe.
Il Governo italiano è vincolato da ben due referendum (1987 e 2011) in cui ha vinto il NO al nucleare.
La petizione promossa dall’Osservatorio, che si può firmare su change org (https://chng.it/cXmqDPjf2t), chiede al governo italiano di agire coerentemente con l’esito di quel voto.
Per l’Osservatorio: Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci, Massimo Scalia
Roma, 15 novembre 2021