Nel dibattito in plenaria, l’aula del Parlamento europeo si era mostrata divisa sul tema della condivisione dei brevetti dei vaccini anti-covid, sollevato dal presidente Usa Joe Biden e bloccato dalla cancelliera Angela Merkel con tutta l’Ue al seguito. Eppure ieri è passato a larga maggioranza un emendamento presentato dalla sinistra del Gue che chiede all’Ue di “sostenere l’iniziativa presentata da India e Sud Africa in seno al Wto per una sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini, le attrezzature e le terapie per far fronte alla covid-19”. Il testo è passato con 293 sì, 284 no, 119 astenuti. Tra le forze politiche italiane a favore Pd, M5s, votano contro Fratelli d’Italia e Forza Italia, astenuta la Lega. Tiziana Beghin del Movimento cinquestelle parla di “nostri voti decisivi” per l’approvazione dell’emendamento.
La risoluzione discussa è incentrata sull’accesso “equo, tempestivo e a prezzi contenuti al vaccino per le persone dei paesi in via di sviluppo, in particolare quanti appartengono a gruppi vulnerabili e ad alto rischio, comprese le persone affette da Hiv/Aids” ed è passata con 468 sì, 63 no, 162 astenuti. L’emendamento approvato invita anche “le società farmaceutiche a condividere le proprie conoscenze e i propri dati attraverso il pool di accesso alle tecnologie (C-TAP) relative alla COVID-19 dell’Organizzazione mondiale della sanità”.
Esulta per la “vittoria” la co-presidente del gruppo della Sinistra (Gue), la francese Manon Aubry, che in aula aveva sottolineato: “Siamo qui a discutere della sospensione dei brevetti sui vaccini anti-Covid, una cosa che avrebbe dovuto essere ovvia”. Aubry aveva attaccato la Commissione Europea per aver lasciato che “i vaccini diventassero beni privati anche se finanziati da denaro pubblico: 3 mld di benefici per Pfizer solo nel primo trimestre”.
″È una grande vittoria dopo mesi di campagna portata avanti, come sinistra radicale, insieme a scienziati, medici, associazioni, sindacati”, dice Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista. “Va ringraziato il gruppo parlamentare La Sinistra, in particolare Manon Aubry e Marc Botenga per questo risultato. Proseguiamo la raccolta sull’Ice ‘nessun profitto sulla pandemia’ con l’obiettivo di 1 milione di firme. La sconfitta del virus sarà possibile solo se l’intera umanità sarà vaccinata”. Domani e sabato a Roma si terrà una manifestazione “per il diritto alle cure e ai vaccini” in concomitanza con il Summit globale sulla Sanità cui parteciperà Ursula von der Leyen, insieme al premier Mario Draghi.
L’approvazione dell’emendamento desta sorpresa all’Europarlamento, dove, appunto, non era emerso un consenso esplicito sull’idea di condividere la proprietà intellettuale dei vaccini per garantire un’equa distribuzione a livello globale. Diversi eurodeputati hanno invitato la Commissione a sostenere questa ipotesi, ma altri hanno sostenuto che la sospensione dei brevetti è una “buona idea sbagliata” che non aiuterebbe i vaccini ad arrivare più velocemente e sarebbe dannosa per l’innovazione. I critici sono in gran parte del Ppe, sovranisti di Ecr e anche di Identità e Democrazia, ma anche liberali del gruppo ‘macroniano’ di Renew che, tranne qualche eccezione, ha votato no. Piuttosto, è il suggerimento di alcuni dei contrari, la Commissione dovrebbe favorire la concessione di licenze volontarie, combinate con lo scambio di conoscenze e tecnologie e la promozione della produzione, tra l’altro, nel continente africano.
In aula quasi tutti i partiti hanno criticato gli Stati Uniti e il Regno Unito per aver accumulato dosi in un momento in cui i paesi più poveri non hanno praticamente accesso a nessuna fiala, tranne quello che gli arrivava dall’Ue, il 50 per cento del prodotto ‘made in Europe’.
Ma dopo questo voto del Parlamento europeo, cosa succede? In plenaria, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha spiegato che l’Ue è pronta a discutere la questione della sospensione dei brevetti e ha aggiunto che, tra le altre misure, propone di limitare le restrizioni all’esportazione, risolvere i colli di bottiglia nella produzione, studiare i requisiti per le licenze, investire in capacità di produzione nei paesi in via di sviluppo e aumentare i contributi all’iniziativa Covax. A luglio la Commissione dovrebbe presentare una proposta all’Organizzazione mondiale della Sanità. Ma risuona ancora forte il no di Merkel alla sospensione temporanea dei brevetti: un no ostinato e contrario rispetto al resto d’Europa che però è stato capace di riposizionare tutti, chiudere le iniziali aperture a Biden, sigillare l’Unione sul cartellino rosso al vertice di Porto due settimane fa.
Beghin avverte che l’emendamento approvato oggi “non è un provvedimento vincolante: la posizione ufficiale del Parlamento europeo sui brevetti dei vaccini arriverà nella plenaria di giugno, ma è sicuramente un segnale che sconfessa la posizione della Commissione europea contraria alla liberalizzazione dei brevetti e favorevole invece alla licenza obbligatoria che nei fatti cambierebbe poco”.