Porto a tutte e tutti il saluto del Coordinamento per la democrazia costituzionale. Noi abbiamo sostenuto e sosteniamo la campagna. L’abbiamo diffusa sui nostri social e in tutta la nostra rete territoriale di comitati, chiedendo di firmare la petizione e di fare iniziative di appoggio ovunque e comunque sia possibile.
È un’iniziativa giusta. C’è una frase nella lettera a Draghi e ai presidenti delle camere che ci sembra riassumere bene il senso di quello che facciamo: “la proprietà intellettuale è il più grande ostacolo all’accesso equo, tempestivo e universale ai vaccini salvavita”.
La pandemia in atto è la più letale fra quelle che ci hanno colpito negli ultimi anni. Nel mondo siamo già a 2.600.000 morti, probabilmente un dato sottostimato per difetto semplicemente perché in molte realtà non sappiamo quel che succede. Questo accade in un contesto nel quale in tempi recenti si sono moltiplicate le diseguaglianze, le faglie, tra paesi, tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud del mondo. È a rischio un valore primario che non tollera distinzioni: il valore della vita. Pochi paesi acquisiscono la gran parte dei vaccini e solo un rivolo di quello che sarebbe necessario va ai paesi più poveri. Paesi in cui alla fine non c’è alternativa al morire.
È una situazione eticamente inaccettabile, ma anche nel lungo periodo insostenibile per tutti. Contro il virus non si possono alzare muri intorno a singoli territori, a singoli Stati, a singoli popoli, a singoli pezzi del mondo. Fatalmente questi muri saranno superati. È una situazione in cui la logica del profitto produce il massimo danno. Grandi multinazionali del farmaco hanno beneficiato di sostegni governativi e di fondi pubblici e adesso li traducono nella produzione egoistica dei profitti. Enormi profitti. Contribuendo grandemente a creare una situazione in cui nel mondo globalizzato nonostante le restrizioni la pandemia si espande sempre di più.
Tuttavia, si chiede non di cancellare le regole sulla proprietà intellettuale, ma di sospenderle, al fine di mettere in campo, per il tempo necessario e nel modo più efficace, tutte le armi per la tutela del bene comune della salute e della vita
Una richiesta presentata da mesi all’Organizzazione mondiale del commercio e sostenuta da molti paesi, ma non da quelli più legati alle multinazionali del farmaco. L’Europa non la chiede. Eppure, proprio in questi giorni, da quel che vediamo accadere, sorge la domanda persino in Europa: a quanti uomini e donne la tutela proprietaria dei brevetti per i farmaci anti-Covid è costata la vita?
L’Italia non chiede la moratoria, nonostante i suoi centomila morti. È invece un obiettivo che va perseguito in tutti i modi. L’obiettivo per cui ci stiamo battendo e ci batteremo. Grazie a tutte e tutti.