Anzitutto il Consiglio direttivo ha cooptato i 2 rappresentanti designati da ogni Regione, prendendo atto delle designazioni pervenute, dopo avere constatato che i presenti e le deleghe garantivano largamente il numero legale previsto dallo Statuto.
E’ seguita una discussione (18 interventi) sulla base dell’introduzione di Alfiero Grandi e conclusa da Massimo Villone. I lavori sono stati registrati e sono disponibili.
I lavori del consiglio direttivo hanno constatato che c’è voluta una crisi di governo (formalmente aperta martedì 26 gennaio) per fare comprendere all’esecutivo e alla maggioranza quanto sia grave ed irresponsabile che non abbiano lavorato per approvare una nuova legge elettorale. Anzi è la prima volta che il governo, tramite il Presidente Conte, si pronuncia per una legge proporzionale. Le critiche sul ruolo del governo per arrivare ad una nuova legge elettorale sono infondate, non solo perché è ovvio che è il parlamento che deve approvare una nuova legge elettorale, ma soprattutto considerando il precedente stabilito da Renzi che fece l’Italicum con il voto di fiducia.
Abbiamo cercato di denunciare con il documento “SVEGLIATEVI” il pericolo che una crisi improvvisa portasse ad elezioni anticipate con il rosatellum, modificato nel maggio 2019 su iniziativa della Lega ma purtroppo condiviso e votato dal M5Stelle.
Fino alla crisi del governo tutto è rimasto fermo per lo stop di Italia Viva al percorso parlamentare sulla legge elettorale a cui la maggioranza non ha trovato la forza di reagire, percorsa da divisioni e incertezze, sul ritorno di tentazioni maggioritarie.
Ora sembra esserci una nuova consapevolezza, ma potrebbe essere comunque tardiva e inefficace se il governo dovesse comunque non farcela, come è possibile, e la situazione politica dovesse precipitare verso elezioni anticipate.
Per questo il Coordinamento deve prendere tutte le iniziative possibili per denunciare i ritardi e tentare di arrivare ad una nuova legge elettorale proporzionale prima delle elezioni, togliendo assurde soglie di sbarramento e garantendo che i cittadini possano scegliere direttamente i loro rappresentanti.
La crisi del secondo governo Conte fa seguito all’iniziativa di Italia Viva che ha deciso di procedere malgrado una fase di difficoltà della pandemia e la necessità di predisporre nel modo migliore il piano di rilancio dell’economia che deve essere inviato entro qualche settimana alla Commissione europea per ottenere i fondi indispensabili del Next generation Eu. Questo non vuol dire che non ci fossero problemi. Certo il governo ha fatto errori e compiuto scelte sbagliate, a partire dal taglio del parlamento. Per questo noi pretendiamo che sulle scelte per uscire dalla crisi ci sia un ampio coinvolgimento e che si possano discutere le scelte. Ma proprio per questo è apparsa una manovra di parte e strumentale l’apertura di questa fase di fibrillazione politica che potrebbe precipitare verso le elezioni anticipate, per di più se le elezioni dovessero avvenire con una legge elettorale incostituzionale che, tra l’altro, favorisce a tavolino la vittoria della destra a trazione leghista. Addirittura secondo alcune valutazioni con risultati che potrebbero consentire alla destra di eleggere da sola il Presidente della Repubblica e di avere una maggioranza sufficiente per modificare perfino unilateralmente la Costituzione.
Non sappiamo ora come finirà la crisi di governo, sappiamo per certo che il Paese rischia grosso: dalla possibilità di perdere l’indispensabile sostegno europeo fino a una deriva politica sovranista e autoritaria. Per questo il Coordinamento ritiene indispensabile che la maggioranza faccia tesoro degli errori e decida finalmente di abbandonare suggestioni maggioritarie che hanno già dimostrato di non essere in grado di evitare i problemi con cui ne viene giustificata l’adozione.
Nell’ambito delle riflessioni che abbiamo proposto sarebbe opportuno approfondire le legislazioni elettorali regionali e questo potrebbe essere un compito svolto dalle sedi regionali.
Anche per questo ci auguriamo che partendo dal documento proposto dall’Anpi nazionale, che abbiamo sottoscritto, si sviluppi un’iniziativa che nei territori affronti problemi come la difesa e l’attuazione della Costituzione anzitutto attraverso una legge elettorale proporzionale che consenta alle elettrici e agli elettori di scegliere i propri rappresentanti e rilanciando il contrasto all’autonomia regionale differenziata con lo schieramento più ampio possibile.
In questo senso abbiamo anche stabilito un rapporto di stretta collaborazione con i giovani di Nostra che oggi ha aggiunto al suo nome l’attuazione della Costituzione.
E’ certo che la crisi di governo avvicina il rischio di elezioni anticipate. In tal caso, con la legge elettorale vigente (Rosatellum riscritto dalla maggioranza del Conte 1 sotto dettatura della Lega) la destra partirebbe con un vantaggio rilevante e Forza Italia sarebbe spinta a restare nel centro destra a trazione leghista. Quindi la scelta del proporzionale è importante ma rimangono i problemi irrisolti dal Ddl Brescia che sono: un proporzionale con uno sbarramento inaccettabile, nessun chiarimento sul superamento definitivo delle liste bloccate e sul collegio unico nazionale per garantire tutta la proporzionalità possibile.
Da Toscana e Lombardia sono partite iniziative verso i parlamentari eletti nelle regioni per chiedere il loro impegno per una legge elettorale proporzionale, è bene che tutti i territori facciano altrettanto.
Dalla Lombardia viene anche la richiesta di procedere con azioni giudiziarie per cercare di dimostrare l’incostituzionalità della attuale legge elettorale. E’ un’iniziativa condivisibile, con un’avvertenza di cui dobbiamo farci tutti carico. Questa iniziativa deve centrare l’obiettivo e ottenere un parere favorevole della Corte costituzionale evitando contraccolpi sui soggetti che firmano i ricorsi verso i giudici. Altrimenti potremmo trovarci a fare i conti con diverse difficoltà e perfino con dei rischi. Dobbiamo costruire attorno a Besostri e agli avvocati che fanno riferimento al CDC un forte sostegno scientifico, autorevole, con costituzionalisti, magistrati, esperti del diritto in modo da avere una ragionevole certezza di un risultato positivo.
Sull’autonomia regionale differenziata come sappiamo il disegno di legge Boccia si è incagliato, ma non illudiamoci il problema è tuttora sul tappeto e può rimettersi in moto a crisi risolta. Del resto non è casuale se Zaia – e non solo – ha rilanciato con forza la pretesa dell’autonomia differenziata. Tutto la gestione della pandemia dovrebbe spingere al contrario verso un maggiore connotato nazionale, unificante. Da ultimo la regione Lombardia ha aperto un contenzioso con il governo malgrado abbia la responsabilità di avere inviato dati diversi. Bolzano che sarebbe in zona rossa si comporta come se fosse in zona gialla. Questa situazione non aiuta a creare consapevolezza e gestione corretta del contrasto alla pandemia, ma solo confusione e tensione.
Diversamente da altri noi pensiamo che l’autonomia regionale differenziata sia una scelta sbagliata e grave ma non ci illudiamo che siano finiti i tentativi di introdurla. Dovrebbe allertarci la dichiarazione della Moratti che ha tentato di introdurre il criterio del Pil per la ripartizione dei vaccini. È evidente che fa parte della concezione che ritiene necessario far correre le regioni più forti a scapito di quelle maggiormente in difficoltà. Trasferita sul Next generation EU questa concezione comporterebbe la concentrazione degli interventi sulle aree più forti ancora a scapito delle aree che hanno più necessità di interventi e modernizzazione.
Quindi non si tratta solo dei problemi che pone l’autonomia differenziata ma di una concezione che anziché puntare sulle opportunità, sulla forza che deriverebbe da un progresso solidale di tutto il paese punta sulla spaccatura dell’Italia, riaprendo la divaricazione Nord/Sud. Bisogna invece investire sulla riduzione del divario territoriale, per rendere il Sud il secondo motore del sistema Italia, anche nell’interesse del Nord.
Su questo punto sarebbe opportuno concentrare uno dei primi seminari di cui abbiamo parlato che potrebbe essere l’occasione per affrontare in particolare la scuola, che per noi deve essere nazionale e unitaria, e la sanità, in cui si deve ricostruire il sistema sanitario nazionale oggi frantumato su base regionale.
E’ evidente che il titolo V meriterebbe un ripensamento ma il quadro politico ed istituzionale rende difficile immaginare attualmente un confronto di questa portata in parlamento, ma questa non è ragione sufficiente per lasciare tutto così. Massimo Villone ha sviluppato una interessante riflessione sulla clausola di salvaguardia nazionale. Nel corso di un’audizione parlamentare ha consegnato un testo che lavorando su un Ddl del Pd introduce clausole nella Costituzione semplici ed efficaci. Questo potrebbe essere una modifica alla portata anche nella situazione attuale.
Infine pensiamo di svolgere una riflessione sulle scelte che deve fare il nostro paese per reagire alla crisi economica e sociale che deriva dalla pandemia e che dobbiamo superare utilizzando nel modo migliore le risorse indispensabili che l’Europa metterà a disposizione. Come primo contributo per arrivare a discutere delle scelte che sono di fronte all’Italia pensiamo di convocare un primo importante incontro sul pilastro che riguarda la scelta green, uno dei capisaldi del NGEU, che parla del futuro del nostro paese, dell’innovazione, dei giovani.
Per questa iniziativa abbiamo preso contatto non solo con NOstra ma anche con Laudato SI, associazione la cui ispirazione è evidente e che si occupa di scelte innovative in materia ambientale. Se un primo lavoro darà frutti potremo avere la convocazione di una prima iniziative entro qualche tempo.