E’il titolo di una famosa canzone di Antonello Venditti che avrebbe potuto essere utilizzata come colonna sonora alla video inchiesta del New York Times, ripresa da Sky Tg, che ha sollevato il velo sulle forniture all’Arabia Saudita delle bombe d’aereo prodotte in Sardegna dall’azienda RWM Italia; bombe che vengono esportate “legalmente” con tanto di autorizzazione da parte del Ministero degli Esteri ed utilizzate per provocare ripetuti massacri nei confronti della popolazione civile in Yemen, come documentato dall’ONU.
Alla diffusione di questa notizia ha fatto seguito uno scialbo comunicato della Farnesina: «L’Italia osserva in maniera scrupolosa il diritto nazionale ed internazionale in materia di esportazione di armamenti e si adegua sempre ed immediatamente a prescrizioni decise in ambito Onu o Ue. L’Arabia Saudita non è soggetta ad alcuna forma di embargo, sanzione o altra misura restrittiva internazionale o europea».
La cosa più scandalosa non è il commercio delle armi in sé (che in questo caso è concretamente un commercio di morte) ma l’oltraggioso silenzio del Palazzo e delle principali forze politiche di fronte ad una così palese violazione della legalità costituzionale.
Si dà il caso che in Italia, per dare attuazione all’art. 11 della Costituzione, è stata emanata una legge che regola in modo restrittivo il commercio delle armi. La legge 185/90 all’’art. 1 statuisce che: “L’esportazione, l’importazione e il transito di materiale di armamento nonché la cessione delle relative licenze di produzione devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell’Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i principi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.”
Di conseguenza la legge vieta l’esportazione di armamenti:
a)verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere;
b)verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione;
c)verso i Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite;
d)verso i Paesi i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell’uomo.”
Orbene, nei confronti dell’Arabia Saudita, come rilevato dalla Farnesina non c’è un embargo delle forniture belliche da parte dell’ONU, ma ricorrono tutte e tre le altre condizioni ostative previste dalla L. 185/90. Innanzitutto l’Arabia Saudita è uno dei regimi più crudeli ed oscurantisti che esistano al mondo, in cui sono soppressi tutti i diritti di libertà e le donne relegate agli arresti domiciliari dalla nascita alla morte. In secondo luogo, della politica estera dell’Arabia Saudita tutto si può dire tranne che sia conforme ai principi sanciti dall’ art. 11 della Costituzione italiana, dall’arruolamento dell’internazionale islamista in Afganistan, capeggiata da Bin Laden, al sostegno all’insurrezione islamista in Siria. Infine, last but not least, l’Arabia Saudita dal 20 marzo 2015 si è impegnata in un intervento armato nello Yemen, ricorrendo a bombardamenti aerei indiscriminati.
L’attrice Polacca Kasia Smutniak ha notato che qualcosa non funziona nel nostro paese e sull’’inserto del Corriere della Sera ci ammonisce: italiani indignatevi di più. Come darle torto?
di Domenico Gallo edito dal Quotidiano del Sud su Corriere dell’Irpinia di venerdì 5 gennaio 2018