La legge elettorale torna di attualità perchè nessuno puo’ assumersi apertamente la responsabilita’ della mancata approvazione senza pagare un prezzo politico pesante.
Non fosse che per finzione, la legge elettorale ritornerà in discussione.
Una nuova legge elettorale e’ indispensabile dopo il referendum del 4 dicembre 2016, che ha bocciato la manomissione della Costituzione e l’affossamento del Senato, che infatti è rimasto elettivo.
Il Presidente della Repubblica ha chiesto al parlamento di approvare una nuova legge elettorale prima delle elezioni ed è ridicolo giustificare il fallimento del tentativo, che ha coinvolto i maggiori partiti, con un incidente parlamentare importante ma non tale da giustificare un voltafaccia.
In realtà Renzi non reggeva più le critiche del fronte maggioritario e ha colto l’occasione dell’incidente per mandare tutto all’aria.
Il 6 settembre la Commissione della Camera riprendera’ l’esame della legge elettorale.
Occorre vigilare per ottenere una nuova legge elettorale, evitando che diventi una soluzione peggiore del problema che dovrebbe risolvere.
Nell’opinione pubblica permane una sottovalutazione, coltivata ad arte, sull’importanza della legge elettorale, che invece dovrebbe avere i suoi capisaldi scritti nella Costituzione, così da evitare – come è accaduto più volte – che tra Costituzione e legge elettorale si aprano contraddizioni su cui sono intervenute le sentenze della Corte. Purtroppo tardive visto che abbiamo votato 3 volte con il porcellum prima che fosse dichiarato incostituzionale.
Al momento del’incidente parlamentare a giugno il modello elettorale di riferimento era quello tedesco.
Non era vero perche’ in Germania sono previsti due voti dell’elettore sulla stessa scheda, uno per scegliere il parlamentare nel collegio, l’altro per scegliere il partito o la lista, mentre nella proposta il doppio voto era sparito.
Semmai la diversità di cui ci sarebbe bisogno in Italia, vista la crisi dei partiti ridotti a strumenti dei capi, è la possibilità per gli elettori di scegliere direttamente tutti i parlamentari. L’obiettivo principale è ridare credibilità alla rappresentanza parlamentare facendola scegliere dai cittadini, ai quali dovrebbero rispondere del loro operato.
La proposta di legge elettorale, al momento dell’incidente, prevedeva che i parlamentari fossero nominati dai capi partito, quindi dipendenti da loro.
Il parlamento invece deve rispondere ai cittadini e rappresentarli, altrimenti la sua credibilita’, quindi la sua centralita’ isituzionale prevista dalla nostra Costituzione, verrebbe compromessa. Potrebbe così ritornare un disegno politico centralizzatore ed autoritario, in sostanza presidenzialista, sconfitto il 4 dicembre con il referendum. Questo tentativo potrebbe tornare con nuovo vigore di fronte ad un parlamento ridotto a fabbrica del consenso per i capi.
Questa è una questione democratica di fondo ed è incredibile che su questo punto essenziale per il futuro della democrazia continuino sottovalutazione e traccheggiamento.
Berlusconi fa circolare la proposta di una ulteriore modifica al sistema tedesco, già stravolto all’italiana, introducendo un premio alla coalizione per avere la maggioranza parlamentare anche senza la maggioranza dei voti, in aggiunta alla soglia di sbarramento. Tornerebbe in sostanza il porcellum.
Circolano altre ipotesi di premio, piu’ pudiche, che però essendo inadatte a garantire una maggioranza parlamentare, pur essendo distorsive dell’uguaglianza dei voti, sembrano un avvicinamento graduale verso il premio di maggioranza vero e proprio.
La proposta di legge naufragata era già un sistema elettorale OGM, se venisse aggiunto anche il premio di maggioranza cadrebbe ogni parentela con il sistema elettorale tedesco.
Abbiamo convocato un’assemblea nazionale alla Camera il 2 ottobre, sul modello di quella dell’11 gennaio 2016 che lancio’ il No nel referendum costituzionale per accendere un faro su quanto sta avvenendo e per evitare che prevalgano interessi e tattiche dei capi partito.
La legge elettorale e’ il completamento della Costituzione e con essa deve essere coerente, mentre porcellum ed italicum non lo erano. Se ci troviamo con un sistema elettorale ingestibile è responsabilità politica, non della Corte.
La legge elettorale e’ decisiva per le decisioni politiche ed economiche da prendere. Solo un parlamento rappresentativo dei cittadini puo’ garantire decisioni prese nel rispetto dei diritti previsti dalla Costituzione, bloccando nuovi stravolgimenti.
La nostra posizione e’ netta.
Tutti i parlamentari debbono essere eletti e debbono rispondere alle elettrici e agli elettori del loro operato, questo puo’ avvenire con modalita’ diverse: con collegi piccoli o con il voto di preferenza.
Deve essere sostanzialmente rispettata l’uguaglianza del voto. Non si può andare oltre una soglia ragionevole di sbarramento, tanto meno aggiungere un premio di maggioranza che regalarebbe ad una minoranza di elettori la maggioranza in parlamento. Il risultato si puo’ ottenere in modi diversi, sia con il voto alle liste che con una graduatoria dei collegi sulla base delle percentuali ottenute dai singoli.
Il nostro obiettivo è garantire che siano gli elettori a decidere, evitando di regalare con un trucco contabile la maggioranza parlamentare ad una minoranza di voti.
Alfiero Grandi, vice presidente Coordinamento democrazia costituzionale su “Il Fatto Quotidiano” del 18 agosto