L’approvazione, il 4 maggio scorso, della legge elettorale ha troncato ogni possibilità di confronto e di modifica del provvedimento, ma non ha chiuso il discorso politico-istituzionale.
Il Coordinamento ritiene che l’obiettivo prioritario sia quello di evitare che la nuova legge elettorale (Italicum) trovi concreta applicazione per la sua insostenibilità costituzionale
Una Camera dei deputati composta in base alla nuova legge elettorale, con la maggioranza – grazie ad un forte premio – assegnata a un solo partito e per di più, nel caso di ballottaggio, indipendentemente dal consenso ottenuto al primo turno, costituirebbe un passo preoccupante verso un regime autoritario. Il premio di maggioranza per il vincitore non solo è enorme al primo turno ma potrebbe diventare enormemente sproporzionato nel caso di ricorso al ballottaggio, a cui si accede senza soglia di accesso e senza neppure la possibilità di apparentamento al secondo turno; in questo modo verrebbe sostanzialmente cancellato il principio della rappresentanza sul quale si base la sovranità popolare.
Il Coordinamento pertanto ha sottolineato il dovere di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per opporsi a questa legge prima della sua entrata in vigore.
Gli strumenti che il Coordinamento ha identificato per neutralizzare questa pessima e inaccettabile legge elettorale sono due e ritiene necessario provare a percorrerli entrambi:
-il primo è intraprendere iniziative giudiziarie in ogni distretto di Corte d’appello per sollevare da subito la questione della non costituzionalità della legge e per ottenere in questo modo un rinvio della legge alla Corte Costituzionale, in analogia con quanto avvenuto con il Porcellum, che è stata oggetto di censura in passaggi fondamentali – in gran parte gli stessi che ritroviamo in questa legge – da parte della Consulta con la sentenza n.1/2014;
-il secondo è il ricorso a referendum abrogativi, che abbiano ad oggetto l’annullamento degli aspetti più incostituzionali, tenendo conto della sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum;
Sullo strumento dei referendum abrogativi il Coordinamento ha deciso di promuovere distinti quesiti referendari, definiti dai costituzionalisti Gianni Ferrara e Massimo Villone, articolati su due punti fondamentali:
- Eliminazione dei capilista bloccati e delle multicandidature (quesito tendente a restituire agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti)
- Eliminazione del premio di maggioranza e del ballottaggio (quesito tendente ad ristabilire l’eguaglianza del voto e la rappresentatività degli eletti)
Il Coordinamento è composto da associazioni e giuristi ed è consapevole di non avere forze economiche e organizzative sufficienti per agire da solo. Per promuovere i referendum e ancora di più per la successiva campagna elettorale è indispensabile un impegno forte da parte di diversi soggetti, con un protagonismo importante politico e sociale, senza il timore di coinvolgere insieme soggettività assai lontane fra loro.
Inoltre il Coordinamento, tanto più dopo la crescita esponenziale dell’astensionismo nelle elezioni regionali, sottolinea l’enorme difficoltà di convincere alla partecipazione al voto i cittadini. Per questo occorre costruire un fronte ampio, consapevole e motivato sugli obiettivi referendari che solo convincendo i cittadini-elettori dell’importanza della loro partecipazione al voto ha speranza di risultati positivi.
A tale scopo il Coordinamento ritiene importante verificare la possibilità che i referendum elettorali siano agiti in associazione con le eventuali proposte di referendum, provenienti dai soggetti interessati, che riguarderanno la scuola (riforma Renzi/Giannini), l’ambiente (Sblocca Italia) ed il lavoro (job’s act), in modo da realizzare una sinergia virtuosa fra questioni istituzionali e questioni sociali, idonea a favorire una vasta partecipazione popolare.
Il Coordinamento ritiene che l’impegno sulla legge elettorale vada visto insieme alle modifiche della Costituzione che il Senato esaminerà tra qualche giorno e sulle quali la valutazione è altrettanto negativa. Se le modifiche della Costituzione all’esame del Senato dovessero venire approvate, come il Governo conferma di volere, si svolgerebbe un referendum confermativo nella primavera 2016 ed è proprio in parallelo a quella campagna che potrebbe esserci la raccolta delle firme sui referendum abrogativi dei punti essenziali della legge elettorale, nonché sugli altri referendum sociali.
Il Coordinamento chiede un pronunciamento su queste proposte e un impegno in questa direzione a tutti i cittadini, alle associazioni, ai soggetti politici che concordano sugli obiettivi.
Roma, 24/6/2015
Mauro Beschi, Domenico Gallo, Alfiero Grandi