Il Coordinamento toscano per la Democrazia Costituzionale ritiene doveroso esprimere la propria contrarietà al progetto regionale di creazione di un’unica società ‘multiutility’ da quotare in borsa e a cui affidare la gestione di servizi fondamentali come la distribuzione dell’acqua potabile e della energia, lo smaltimento dei rifiuti, ecc …
Una società per azioni, controllata di fatto dagli azionisti privati, anche se in possesso solo del 49% del capitale, non può non avere come finalità la produzione di utili da distribuire agli investitori. Questo, come purtroppo l’esperienza di passate privatizzazioni ha dimostrato, è oggettivamente contraddittorio rispetto all’obiettivo di garantire alla popolazione la disponibilità, in quantità sufficiente e al minimo costo, di beni e servizi essenziali per la qualità della vita.
La nuova struttura societaria, governata da un CdA lontano, priverebbe i Comuni, rappresentanti dei cittadini, di qualunque potere decisionale in merito al funzionamento dei servizi e ai necessari investimenti in una fase, come l’attuale, in cui nel processo decisionale è anche necessario tenere conto delle ricadute sull’ambiente e sulla disponibilità di risorse energetiche. Basti pensare che l’obiettivo di ridurre i consumi è evidentemente in contrasto con l’obiettivo di incrementare i fatturati.
Per questi motivi il CDC richiama al rispetto dell’impostazione solidale della Costituzione e in particolare degli articoli 2: La Repubblica “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo …” , 5 ”… attua nei servizi … il più ampio decentramento …” e 41 “L’iniziativa economica privata … non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale …” e si unisce alla richiesta del superamento di una visione limitata e liberista, per un’ampia riflessione che coinvolga la opinione pubblica in una scelta di fondamentale importanza.