In risposta all’appello di Medicina Democratica
Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale aderisce alla proposta di costituire un coordinamento nazionale per discutere insieme e per assumere iniziative per rimettere al centro il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, che ispirò l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale con la legge 833/78.
La pandemia che ha colpito gravemente il nostro paese, da cui non siamo ancora usciti, ha prodotto livelli impressionanti di lutti e danni alla salute e provocato come conseguenza una grave crisi occupazionale, sociale ed economica.
Il sistema sanitario ha messo a nudo i guasti di una politica di tagli che dura da troppi anni, di un decentramento regionale che ha differenziato in modo crescente la risposta a diritti identici, di un indebolimento crescente del ruolo pubblico a favore della crescita del privato. Questo ha amplificato gli aspetti di privatizzazione in tutto il sistema a scapito del principio di universalità del diritto alla salute e quindi non solo alla pur indispensabile cura.
Medici, infermieri, personale sanitario hanno pagato un prezzo altissimo per fronteggiare la pandemia. Se il sistema non è crollato lo dobbiamo anzitutto a loro e purtroppo il numero impressionante di morti e infettati nel personale della sanità conferma che è stato pagato un prezzo inaccettabilmente alto, che rappresenta una vergogna che non può essere dimenticata.
La pandemia con i suoi lutti e i suoi guasti ha rivelato con chiarezza che se si vuole garantire l’attuazione dell’articolo 32 della Costituzione occorre cogliere questa occasione per correggere, cambiare, invertire la rotta sulla base di principi semplici a partire dal diritto di tutti alla salute, non solo alla cura, in qualunque parte dell’Italia perchè il diritto è lo stesso e nazionale.
Il sistema deve essere nazionale, quindi il ruolo delle regioni deve essere incardinato in un unico sistema. Non a caso da autorevoli costituzionalisti viene la richiesta dell’introduzione di una chiara clausola di supremazia dello Stato, mentre i Comuni debbono potere rappresentare le esigenze del territorio.
Il sistema deve essere nazionale e pubblico nelle scelte e il privato deve operare rispondendo a criteri che vanno fatti rispettare rigorosamente evanno disapplicate automaticamente tutte le convenzioni che non rispettano le regole pubbliche.
Va attuato un riequilibrio del sistema sanitario puntando su prevenzione e territorio.
Per mettere mano ad interventi di così grande peso occorre che l’attenzione dell’opinione pubblica passi dalla comprensibile preoccupazione alla consapevolezza degli interventi necessari e ad una mobilitazione consapevole. Per questo è importante costruire un’azione coordinata su obiettivi in grado di realizzare punti di inversione e l’unificazione delle posizioni realizzando larghe alleanze sugli obiettivi fondamentali.
Alfiero Grandi, vice Presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
15/5/2020