Al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Parlamento UE, al Governo
Decreto Sicurezza, Costituzione e migranti
Appello per attivare anche a Modena azioni di contrasto
alle politiche del Governo sull’immigrazione
per chiedere di re-distribuire la ricchezza (pensioni, salari, sanità, scuola pubblica, ambiente) a favore della maggioranza della popolazione in Italia,
per contrastare: le politiche della UE e dell’Italia verso i migranti,la riapertura dei CPR (ex CIE) tra cui quello di Modena, il Decreto Salvini che abroga il permesso di soggiorno per motivi umanitari,
per applicare la Costituzione e le leggi, salvare e accoglieredegnamente i migranti investendo nel Sistema di accoglienza dei Comuni (SPRAR) e nei percorsi di inserimento lavorativo e di studio,
Dal 2014 ad oggi più di 16 mila migranti, oltre 1800 nel solo 2018(fonte ONU- UNHCR), sono annegati nel mediterraneo. Le scelte politiche dei paesi UE, dominate dalla volontà di chiudere le frontiere, e quelle del Governo Salvini – Di Maio, in sostanziale continuità da questo punto di vista con l’azione del Governo Gentiloni/Minniti, ne sono la causa. Scelte politiche che negano adeguata tutela anche al più fondamentale dei diritti umani – la vita – e che preparano per l’Italia un futuro di decadenza sociale ed economica, mettendo a rischio i principi di fondo della democrazia.
Il Governo italiano, al duplice scopo di impedire l’arrivo dei migranti e indurre gli altri paesi della UE (ricordando che Polonia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, ideologicamente amici del ministro Salvini, non ne vogliono sentir nemmeno parlare) ad accogliere parte di quelli sbarcati in Italia, non esita in modo umanamente intollerabile e giuridicamente inammissibile, ad usare i corpi di queste persone come ricatto. Respingere e rispedire migranti nei lager libici e impedire alle ONG di salvare vite sono le conseguenze di queste scelte.
Il decreto Salvini aggrava ulteriormente questa situazione: abrogando il permesso di protezione umanitario (sostituito dai soli permessi per cure mediche, calamità naturali e meriti civili), decisione che appare incostituzionale e contraria all’art. 1 della CEDU (diritto alla vita) e a diverse convenzioni internazionali ratificate dall’Italia; disponendo il trattenimento delle persone nei CPR (ex CIE) sino a 180 giorni; riservando ai soli rifugiati e minori non accompagnati i progetti, di inclusione e integrazione sociale, previsti dal sistema di accoglienza gestito dagli enti locali (detto SPRAR).
Il decreto quindi comprometterà in modo gravissimo tutto il sistema dello SPRAR, l’unico che persegue inclusione sociale. Basti pensare che nei centri di accoglienza dei Comuni sono ospitati oggi circa 25 mila migranti mentre nei CAS, pochi centri spesso sovraffollati e senza alcun progetto di inserimento, sono 150 mila e che nel 2017 su circa 81.000 domande di asilo, hanno ricevuto risposta positiva 4 domande su 10 delle quali 2 per rifugiati e minori non accompagnati (fonte: fondazione ISMU).
Tutto ciò produrrà sicuramente caos, altre sofferenze umane,aumento dell’irregolarità e dei conflitti.
I diritti e le libertà previsti dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo non possono essere sospesi da nessuno, né in terra né in mare, nei confronti di alcun cittadino o migrante. Il motto ipocrita e classista dell’attuale Governo “Prima gli italiani” significa semplicemente “prima gli italiani ricchi”. Infatti la tendenza non è stata invertita, sempre più vasta è l’area di povertà e sempre minore la quota di PIL distribuita a salari, pensioni, stipendi, welfare e ambiente. Anziché fare la guerra ai migranti, servirebbero vere politiche a favore delle persone ovvero favorire il lavoro a scapito delle rendite finanziarie e immobiliari, creare occupazione tramite investimenti pubblici, rilanciare scuola e sanità pubbliche, ridurre l’orario di lavoro a parità di salario, approvare il nuovo Statuto dei diritti universali di chi lavora come proposto dalla CGIL, avviare un grande piano nazionale per la riqualificazione dei tessuti urbani degradati e la costruzione di case popolari di qualità. Serve dunque applicare la Costituzione e la legislazione internazionale umanitaria e ripristinare, per tutte e tutti,indipendentemente dalla provenienza i diritti e l’uguaglianza negati con le politiche di austerità.
Chiediamo quindi. 1) il ritiro del decreto Salvini, 2) per i migranti la fine delle politiche discriminatorie e anticostituzionali, l’apertura dei porti, il salvataggio in mare e l’accoglienza, la fine di qualsiasi accordo con gli attuali Governi libici per il trattenimento delle persone, 3) per tutti, italiani e migranti : l’aumento di salari e stipendi, l’avvio di forme di sostegno al reddito per tutti i periodi di disoccupazione, la tassazione dei grandi patrimoni e delle grandi rendite. Chiediamo alla Ue, pena il suo disgregarsi, l’assunzione di comuni responsabilità nel governo delle migrazioni verso l’Europa, garantendo in tutti i paesi accoglienza e investimenti per welfare,lavoro e scuola.
Chiediamo infine, ai Sindaci della provincia di Modena, a CGIL CISL UIL di Modena, che già nel 2017 avevano manifestato la loro totale contrarietà a questa scelta del Governo italiano, alle associazioni e organizzazioni democratiche tutte, di opporsiinsieme a noi alla riapertura del CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) ovvero l’ex CIE di Modena, disposta l’anno scorso dall’ex Ministro Minniti e in via di attuazione da parte dell’attuale Governo. Non dimentichiamo che i CIE in genere, e quello di Modena in particolare, hanno rappresentato una pagina vergognosa e fallimentare, luoghi di violazione dei diritti umani e di pratica della detenzione amministrativa, della quale molti giuristi hanno affermato da tempo l’incostituzionalità.
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Modena